Della “droga del secolo” si è parlato al Rotary Club Cosenza Nord, ieri sera all’Italiana Hotels, con Marco Pingitore, psicologo, psicoterapeuta e criminologo e Damiana Costanzo, docente di Statistica all’Unical, che, introdotti dalla Presidente Elena Scrivano, hanno affrontato da diverse visuali il tema “Gioco d’azzardo tra dipendenza e criminalità”.
Giocano abitualmente circa due milioni di italiani: moltissime le donne che in questo campo hanno raggiunto e superato la parità dei sessi, attestandosi sul 51%; e poi adolescenti e, paradossalmente, quanti versano in più precarie condizioni economiche. Molti anche gli anziani: le statistiche dicono che nei giorni di riscossione della pensione si verifica un’impennata di ogni sorta di giochi. Si gioca dappertutto: in sale impenetrabili agli sguardi esterni, nei bar, in tabaccheria, negli autogrill, oppure online con i computer o gli smartphone. Il fatturato annuo è di circa 90 miliardi di euro. E purtroppo la ludopatia colpisce oggi circa 800.000 persone in Italia. Tanti i casi di persone che si rovinano finanziariamente e psicologicamente e che trascinano le famiglie nelle conseguenze della loro dipendenza.
Se il gioco è diffuso in tutto il mondo, sono doppiamente preoccupanti alcuni dati che ci riguardano da vicino. L’Italia è infatti al primo posto in Europa ed al terzo nel mondo fra le nazioni che giocano di più. E in Calabria, regione che non brilla per Pil, ma dove c’è il record di locali dotati di slot machines, vengono spesi 575 milioni di euro all’anno, cioè 296 pro capite, 781 a famiglia, con una incidenza del 4,6 sul reddito Irpef.
Tutto questo avviene nell’ambiguità del comportamento dello Stato, che trascura i propri doveri sia di controllo che di informazione.
E così, si gioca non sapendo – e qualcuno anche sapendolo- che il gioco d’azzardo è del tutto sleale verso il giocatore. Prendiamo il Lotto. “Le probabilità di vincere facendo un 6 –ha detto Damiana Costanzo- sono una su 622 milioni 614 mila 630. Praticamente è come se, mettendo in una boccia 600 milioni di biglie, ciascuna riportante il nome di un cittadino europeo, il designato all’estrazione riuscisse a beccare proprio quella con il proprio nome!”
Ma c’è un bisogno di illudersi che supera ogni razionalità. Con conseguenze spesso devastanti. “A volte –ha detto Marco Pingitore- è la famiglia l’incubatore di questa patologia, che magari colpisce un figlio, ma è sintomo di un malessere più ampio.” Il relatore ha ancora rilevato come, sebbene la ludopatia sia stata inserita nei livelli essenziali di assistenza del sistema sanitario nazionale, purtroppo in Calabria non sono state ancora approntate strutture pubbliche per la cura di questi casi.
Il dottor Pingitore è poi passato ad illustrare le opportunità che la criminalità riesce a cogliere anche in questo campo ed ha concluso con un inquietante riferimento al deep web, il profondo web, la parte sommersa dell’iceberg internet, dove vengono offerti e si possono facilmente acquistare servizi e beni di ogni genere.
Le conclusioni sono state tratte dal Past Governor Piero Niccoli, che ha sottolineato il ruolo dell’associazionismo che spesso si sostituisce allo Stato nell’aiutare le persone in difficoltà. Non a caso il Rotary Club Cosenza Nord è partner nel progetto “Slot Mob” di Cosenza, che premia i bar dove sono messe al bando le slot machines e propugna il ritorno al gioco vero, quello che si fa in compagnia guardandosi in faccia – magari da una parte all’altra di un vecchio calcio balilla- censurando al contempo duramente la pratica estraniante che si consuma fra la gente, ma in totale solitudine, davanti ad uno sgargiante schermo mangiasoldi.