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Non solo euro nella “fantastica” idea di Unione europea

L’Unione europea, dopo 60 anni dai primi passi concreti, rimane ancora un’entità lontana dalla percezione dei cittadini, che in genere ne disconoscono organismi e funzioni e spesso sono portati a sentirla come prevaricatrice, se non anche vessatoria.

Ma l’idea che prese forma per la prima volta nel 1941 proprio nella mente di un italiano, Altiero Spinelli, con il suo “Manifesto per l’Europa libera e unita”, si realizza oggi in diversi campi e con risvolti e vantaggi dei quali la nostra nazione, come del resto le altre 27 che ne fanno parte, difficilmente potrebbe fare a meno.

Questa la tesi del prof. Massimo Fragola, docente di Diritto Comunitario all’Unical, che ha tenuto il 13 marzo scorso al Club Cosenza Nord del Rotary, all’Italiana Hotels, una conversazione  sul tema “Unione Europea: un’idea fantastica o un paradosso”.

Il docente, introdotto dal Presidente Tonino Bove,  ha esordito richiamando il concetto di “sovranità condivisa”, in base al quale, sacrificando in minima parte le prerogative proprie di ciascuno Stato, si sono in compenso ottenuti traguardi importanti per le comunità. Il più evidente è l’unione monetaria, con l’introduzione dell’euro al posto delle monete nazionali.

“Oggi in Italia c’è chi contesta l’euro ritenendo che ci abbia fatto diventare più poveri. Ma –ha sostenuto il prof. Fragola- il problema non sta nella nuova moneta, che altrove funziona benissimo, bensì nella mancanza di controlli che avrebbero dovuto evitare una lievitazione artificiale dei prezzi. Se però tornassimo alla lira, le conseguenze sarebbero devastanti, con la perdita del valore dei nostri risparmi fino al 90%. E, soprattutto, usciremmo da un’area che ci protegge rispetto ad un mercato globalizzato di fronte al quale altrimenti saremmo soccombenti. L’euro è una delle monete più forti al mondo, al punto che la Cina ed altre potenze emergenti hanno le proprie riserve anche in questa valuta oltre che in moneta nazionale ed oro”.

L’unione monetaria è conseguenza diretta della svolta epocale segnata dal Trattato di Maastricht, ma se è la riforma più “avvertita”, certamente non è la sola.

Il prof. Fragola ha infatti richiamato l’attenzione sull’apertura – che l’Unione europea ha permesso- di quello che ha definito “uno spazio comune di diritti”. Il riferimento è innanzitutto alla “cittadinanza europea”, per cui il cittadino di ciascun Paese ha maggiore libertà di movimento e di lavoro all’interno della UE; e che prevede inoltre speciali forme di tutela per chi si trovasse in difficoltà in un Paese extracomunitario, con l’appoggio delle missioni diplomatiche non solo della propria nazione, ma di ogni altro Stato membro e, ove queste mancassero, di ben 138 delegazioni UE in tutto il mondo.

C’è, poi, il diritto collegato alle elezioni amministrative negli Stati membri, per cui, ad esempio, recentemente un cittadino francese residente da tanti anni a Teramo è stato eletto nel consiglio comunale di quella città, in quanto cittadino europeo.

E ancora: se oggi abbiamo una Carta dei diritti ed una Corte di Giustizia europea cui rivolgerci è grazie a questo cammino iniziato decenni fa e proseguito lentamente, ma con risultati rilevanti, dei quali forse non siamo consapevoli, ma che ci mancherebbero qualora dovessimo farne a meno.

Gli Stati Uniti d’Europa? Difficile che ci si possa davvero arrivare,  secondo il prof. Fragola, perché le nazioni europee, che hanno fatto la storia del mondo, hanno caratteristiche del tutto peculiari rispetto al modello americano. Ma si andrà sempre più decisamente verso significative forme di integrazione.

Infine, un richiamo in vista delle elezioni europee dei prossimi mesi.

“I parlamentari italiani sono fra i meno presenti, su 72 eletti solo tra i 20 e i 30 si ritrovano costantemente in aula. Ma il Parlamento europeo –ha concluso il professore – si è conquistato negli anni un sempre maggiore potere decisionale.  Dunque, l’Italia deve esprimere personalità politiche adeguate e in grado di sostenere la competizione con i rappresentanti degli altri Stati, che già da tempo hanno capito l’importanza di affidarsi a personalità competenti.”

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